venerdì 31 dicembre 2010

Risotto al radicchio con crema di taleggio e tartufo bianco

Recentemente, dato il periodo, sono in vena di bilanci. Non so se tendere per lo sconsiderato ottimismo o se cedere al fascino retrò ma un po’ banale dell’auto commiserazione. E poi, avete mai notato? Quando tutto nella vita sembra perfetto giunge un senso di insoddisfazione che bussa alle porte dell’autocompiacimento e ti insinua il dubbio che, forse, potresti desiderare qualcosa di più. Fastidiosissimi dubbi.
Non mi resta che, come quando invento un piatto, cercare di tenere in equilibrio tutti i sapori e le consistenze, sperando che l’armonia di sapori si intrecci senza troppi sforzi e risulti piacevole ed equilibrata, senza eccessi e dotata di una sua bellezza.

L’ultimo dell’anno è una di quelle ricorrenze che mette un fastidioso prurito. All’idea di festeggiarlo alla grande vien da sorridere: non ho più quindici anni! Non fare proprio nulla ti scoccia: non ho mica ancora ottant’anni! Perciò la soluzione gourmand più interessante risulta farsi da mangiare qualche sfiziosità con le proprie mani a casa propria.
Passerò quindi una piacevole serata mooolto tranquilla in casa mia con gli amici Loretta e Roberto. Loretta preparerà le sue famose crespelle prosciutto e formaggio con sugo di funghi, quindi mi sono dovuta dare da fare e trovare qualcosa che fosse all’altezza di un piatto così goloso e rodato. Ero all’Ipercoop meditando su cosa cucinare quando mi sono trovata di fronte ad un fantastico cesto di tartufi bianchi! Il resto è venuto da sé.
Produrremo un risotto con del brodo vegetale e il radicchio precedentemente cotto e frullato. Impiatteremo e condiremo con una salsa di taleggio aromatizzata con una abbondante spolverata di tartufo. Ho propinato il piatto ad una cara coppia di amici che è stata così sportiva da assaggiare una ricetta inedita. Devo ammettere che l’esperimento non ha avuto bisogno di correzioni e che il piatto è piaciuto, anche la seconda dose!
Perciò ecco a voi, col mio affettuoso augurio di un buon nuovo anno, l’ultima ricetta del 2010.

Ingredienti per 4 persone

2 bicchieri di riso
100 g di taleggio già pulito dalla sua crosta
Un radicchio rosso tondo di medie dimensioni
Olio
Aglio
Tartufo (va bene anche l’olio aromatizzato)
Vino bianco per sfumare (ho usato un prosecco)
Brodo vegetale. All’Esselunga ho trovato un brodo vegetale biologico in polvere che non fa completamente schifo.

Preparazione.

Tagliate finemente il radicchio e passatelo in una padella a fiamma alta con aglio e olio. Cospargete un poco di sale per facilitare l’uscita dell’acqua dal radicchio.



Coprite, abbassate la fiamma e rigirate ogni due o tre minuti. Quando ha completamente cambiato colore e e foglie hanno perso il loro tono è pronto. Non amo cuocere troppo le verdure. Cerchiamo di infliggere al radicchio una morte veloce.
Una volta cotto frullate tutto aggiustando di pepe nero.

Preparate il risotto: scaldate bene una padellona. Evitate come la peste le padelle in Teflon. Anzi, dato che ci siete buttatele tutte via. Usatene una d’acciaio o in ceramica: mai più senza. Mettete nella padella calda una noce di burro ed il riso. Tostatelo qualche istante poi bagnate con mezzo bicchiere di prosecco. Quando è evaporato l’alcol versate tutta la crema di radicchio, quindi continuate a bagnare col brodo vegetale fino a che non ha raggiunto la consistenza di cottura preferita. Come sempre evitiamo gli eccessi: croccante e colloso sono da evitare.

La salsa di taleggio si prepara facilmente facendo sciogliere a fuoco bassissimo il formaggio in un dito di latte.



 Quando è sciolto grattugiatevi il tartufo. Quest’operazione richiede un momento di raccoglimento. Primo perché  come ridere avete tra le mani venti o trenta euro di pallina di diametro irrilevante, secondo perché state per sprigionare un aroma irresistibile, il padre di tutti i profumi alimentari.

Impiattate la dose di riso e colatevi sopra la salsa.

Il grasso del formaggio e l’amaro del radicchio sembrano fatti per non lasciarsi mai più e il tartufo impartisce la sua benedizione solenne all’unione. Se non vi piace questo piatto non vi piace niente.



Buon anno e che la vostra vita sia ricca di invitanti nuovi sapori e di rassicuranti vecchi.

Francesca

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