mercoledì 27 ottobre 2010

La torta con ricotta e uva frambos

Ah! L’uva frambos! Ha il sapore ed il profumo dell’infanzia!
Ho dei felicissimi ricordi di quando, bambina, si vendemmiava l’uva dell’orto e la si pigiava! Era un rito che si ripeteva identico di anno in anno e serviva a produrre un vino orribile che bastava al consumo domestico dell’annata e appagava il bisogno del ritorno alle radici contadine (insomma, una pacchia per un antropologo!). Mio fratello ed io ce la spassavamo sul mucchio enorme di foglie e rami che veniva ammonticchiato sul lato corto del casottino degli attrezzi (una volta ci stavano i conigli) e fantasticavamo con chissà quali storie mentre gli adulti tagliavano i grappoli e li buttavano nella pigiatrice ... Credevate forse che avremmo pigiato coi piedi vestiti con abiti tipici da contadini ballando a ritmo di musica e sorridendo estatici? … Non era mica il set de Il profumo del mosto selvatico! Quindi, tornando a me e Alessandro bambini,  in quel giorno la nostra merenda consisteva in un grappolo di uva frambos. Forse è meglio conosciuta come uva americana. E’ di un blu/viola molto scuro, con acini piccoli e dolci ed un tipico profumo che in qualche modo richiama la fragola.



Una parte dell’uva veniva salvata per la produzione del mosto. Se esiste un dio, di sicuro si nutre di mosto d’uva. Trattasi di succo d’uva fatto cuocere con farina e zucchero. Assume una consistenza budinosa e deve essermi somministrato cum grano salis o lo assumo tutto contemporaneamente, anche una pentola intera, con conseguenze drammatiche…a buon intenditor…. Rientriamo da questa digressione e parliamo della torta.

Mia madre assaggiò questa torta per la prima volta a casa di una sua collega. E’ una base di frolla che originariamente prevede l’uso del mascarpone, ma, francamente, proporre mezzo chilo di mascarpone, per di più mescolato a del cioccolato e su una burrosissima frolla, mi sembra davvero esagerato. Io quindi uso solo la ricotta, che, ben lavorata, prende una consistenza cremosa e piacevole come quella del ripieno dei cannoli.  A vostro piacimento potete aggiungere una percentuale di mascarpone alla ricotta. Infine, il tocco di grazia, acini di uva frambos.
Se potete, preparate la frolla il giorno innanzi. La torta finita si conserva in frigo, ma siccome la frolla si ammoscia, fate in modo di finirla presto.

Ingredienti:

- per la frolla:
300 g fi farina 00
150 g di burro molto molto molle
130 g di zucchero
La scorza di mezzo limone
Vanillina a piacere
1 uovo
Vino bianco secco se l’impasto fosse asciutto.

-per la crema:
500g di ricotta
Una barretta di cioccolato fondente al 70%
Due o tre grappoli d’uva frambos (o quanto basta per ricoprire tutta la torta). Un’altra uva non è lo stesso. Intendo che l’uva frambos ha un suo spiccato carattere e si armonizza col resto, ha un sapore completamente differente da tutte le altre uve vendute per il consumo “da tavola” Se non avete le viti o non potete comprarla temo che vi perderete la possibilità di assaggiare un frutto ed un dolce meravigliosi.
100 g di zucchero



Preparazione

Mettete nel mixer tutti gli ingredienti per la frolla ad eccezione del vino e fate partire a bassa velocità. Per quanto riguarda la scorza: prestate attenzione a non grattugiare il bianco. Io ho una grattugia apposta per lo scopo, lunga e sottile, che non prende il bianco. Se l’impasto è asciutto bagnate poco per volta col vino bianco secco. Lavorate brevemente.
Stendete sulla base e sui bordi di una tortiera. Se avete le mani troppo calde lavatele sotto l’acqua fredda, ripetutamente.



Coprire la base con della carta forno e versateci sopra o le apposite palline di ceramica, o dei fagioli secchi in modo che la pasta non si alzi durante la cottura. Questo procedimento si definisce cottura in bianco. Infornare a 180° per 35/40’ a forno statico.

Il giorno dopo lavorate bene la ricotta con 100 g di zucchero ed il cioccolato della barretta tagliato a scagliette finchè non è diventata una crema omogenea. Spalmate la ricotta sulla base di frolla. Io uso una paletta di silicone, è eccezionale! Disponete gli acini d’uva frambos a cerchi concentrici, partendo dall’esterno e sistemando gli acini ben vicini gli uni agli altri. Mi piace servita con del Barolo chinato che è un barolo al quale sono stati aggiunti aromi (china e genziana estratti in alcol) e zucchero.



Buon appetito!
Francesca

4 commenti:

  1. Si scrive uva framboise...

    RispondiElimina
  2. Hai ragione in parte. Quest'uva ha molte varietà e di conseguenza molti nomi. Mi sono quindi documentata su internet e, vedendo che la dicitura incriminata era già stata usata, ho deciso di conservarla. Non mi interessava l'aulica dicitura francese (anche perchè quest'uva è originaria dell'America); il mio intento era molto più nazonalpopolare: essendo quest'uva legata a ricordi personali agresti, ho pensato di lasciare il nome scritto come si pronuncia, come immagino fecero i contadini negli anni venti dell'Ottocento, quando questa varietà giunse in Italia.

    RispondiElimina
  3. Uno che gira per i blog a caccia di errori...è un PDS della madonna!

    RispondiElimina
  4. Io la torta che vede nella foto l'ho assaggiata ed è buonissima, penso che questa sia a cosa importante! Mi prenoto come assaggiatrice ufficiale per la prossima ricetta... -Ely-

    RispondiElimina