mercoledì 30 marzo 2011

Panino con fegato, tartufo e marmellata di cipolle. Ovvero: fast food italiano

Pensavo al fast food. Come concetto, devo ammettere, è molto contemporaneo. Un pasto completo in termini di calorie e appagamento del gusto, servito e consumato in pochi minuti. Premettendo che non mi sento “contemporanea” sotto alcun punto di vista, occorre considerare che, in termini puramente astratti, il fast food non è un concetto maligno in sé. Chi lavora non ha tempo di farsi servire e magari prepararsi da solo un pasto di quattro portate; né tantomeno il tempo di digerire il tutto senza addormentarsi o la possibilità di ingoiare tante calorie. Pensando a questo termine vengono subito in mente le grandi catene di ristorazione tipo Mc Donald’s, Burger King e, per chi ha messo piede fuori dall’Italia, anche Pizza Hut (la pizza con la crosta ripiena di formaggio… avete presente che sbrodolata!!!) eccetera. Non è bene demonizzare questi ristoranti tout court, soprattutto non è bene se chi critica poi fa uso di dado industriale, olii non italiani, farine di dubbia provenienza e via discorrendo.
Personalmente, mi concedo un pranzo da Mc Donald una o due volte l’anno, di solito in aeroporto aspettando il mio volo. Ora non mi va di stare a dire che il cibo non è buono, non è ben cucinato, le materie prime non sono eccellenti: me lo mangio rararente e mi piace pure. Il mio intento, oggi, non è quello di fare un predicozzo, ma di riflettere sul tema del pranzo consumato fuori casa e velocemente.
Manco a dirlo, in Italia abbiamo una tale sovrabbondanza di prodotti eccellenti (salumi e formaggi) che potremmo pranzare con un panino diverso ogni giorno. Per non parlare delle specifiche verdure ed erbe in auge di stagione in stagione con e quali assemblare interessantissime insalate.
Panino e insalata rievocano un non so che di triste e squallido. Un panino molliccio tirato fuori da una pellicola che lo ha impregnato di sapore plasticoso; un panino che occhieggia dalla vetrina di un bar: chissà cosa c’è dentro e quando ci è stato messo; un’insalata triste, con mozzarelline di plastica, con verdure che non sanno di nulla e tonno… lasciamo stare. Ovviamente sono sicura che è possibile consumare eccellenti pasti anche al baretto sotto l’ufficio e che non tutti i fast-ristoratori propongono schifezze… però ammettiamolo: all’idea di un panino non referenziato il consumatore gourmand trema.
Oggi vediamo una preparazione velocissima, un panino che è solo per i veri intenditori. Una golosità senza pari. Ve la regalo perché voglio solo il vostro bene culinario.

Il panino va fatto e mangiato, subito e senza aspettare nemmeno un secondo perciò fate in modo che, sedendovi a tavola, non ci siano intoppi. Non c’è nulla di originale in questo piatto, il fegato e le cipolle sono da sempre un binomio vincente. Eppure tutte le volte è una magia.

Ingredienti:

Una bella fetta di fegato di vitello
Un panino dalla crosta croccante ma non poderosa e la mollica tenera e soffice
Marmellata di cipolle (gialle o rosse fate voi)
Tartufo (o olio aromatizzato, il burro aromatizzato non va bene)
Sale, pepe a piacimento

Preparazione:

Come prima cosa dovete procurarvi la marmellata di cipolle. Se volete farla per conservarla visto che va a meraviglia anche con i formaggi, ecco come fare.
Pulite e tagliate a fette sottili una rete di cipolle di Tropea o gialle, a seconda del vostro gusto (io me le sono fatte entrambe, intanto che stavo piangendo…) Pesate le cipolle pulite e preparate lo stesso peso di zucchero. Mettete le cipolle in una pentola degna di questo nome su un fuoco dolce. Aggiungete subito lo zucchero, due foglie d’alloro e, vi svelo un segreto prezioso, due chiodi di garofano. Cuocete rimestando per circa un’ora. Procedete ad invasettare secondo la vostra profilassi.
Ora possiamo passare al panino.
Scaldate una piastra. Tagliate a metà il panino e fate leggermente abbrustolire dalla parte della mollica. Su quella stessa piastra posate con garbo il fegato. Solo pochi secondi e giratelo. Guarnitelo di sale e pepe. Se usate l’olio al tartufo passatelo sulla mollica, se no passate direttamente a stendere un corposo velo di marmellata alle cipolle… fosse ancora tiepida sarebbe il paradiso. In ogni caso evitate  di metterla fredda di frigorifero. Adagiate la fetta scottata di fegato. Se avete il tartufo è il momento di affettarlo sopra il fegato. Richiudete il panino e… gnam!
Concedetevi un bicchierino di un buon passito anche se è pranzo. La perfezioni non ammette gradi inferiori di felicità.



Buon appetito

Francesca

Nessun commento:

Posta un commento