mercoledì 6 aprile 2011

Colomba pasquale

La Colomba di Pasqua è il dolce pasquale per eccellenza. Pur avendo origini alto medioevali, la forma che conosciamo è stata inventata in tempi relativamente recenti e cioè con la produzione industriale.



Come per il panettone, sconsiglio l’acquisto di prodotti da supermercato per privilegiare quelli artigianali, ma, meglio ancora, vi consiglio di farvelo da voi. Incredibile ma vero, fare una colomba in casa non è né complicato né dispendioso. Certo, i tempi di lievitazione sono lunghi, ma non siete certo obbligati a stare a fissare la vostra colomba durante le 16 ore di lievitazione! Per non parlare dell’impasto, che non è per niente complicato da realizzare a mano.
Considerando che mi piace l’idea di mangiare la Colomba per la colazione di Pasqua, creerò per voi una tabella di marcia con gli orari precisi delle lievitazioni e dei vari impasti in modo che si inforni la colomba la mattina di Pasqua, presto, in modo da poterla mangiare come sontuosa colazione o in modo che sia ben raffreddata per il pranzo, nel caso in cui qualche sconsiderato desideri rovinarla con delle salse. Una salsa può andare su un prodotto mediocre, ma questa colomba è la quintessenza della perfezione.
Ho calibrato gli ingredienti in modo che non ci siano troppi canditi e che non sia troppo dolce. Insomma, l’impasto è il re. Stessa cosa dicasi per la glassatura: è piacevolmente dolce, ma non stucchevole.
Fondamentale: lo stampo di carta. Andate in un negozio di materiali cartacei. Per noi piacentini: da Sgorbati e prendete quello da un chilo.


Ingredienti:
  -impasto:
250 g di farina 00
250 g di farina manitoba. Userete la manitoba perché aiuta molto nelle lievitazioni.
Una bustina di lievito di birra secco che è da preferirsi grandemente a quello in cubetti perché non deve preoccuparsi di sbalzi termici (la catena del freddo gli fa un baffo) è più staile e sicuramente vivo.
100 ml di latte
70 g di canditi d’arancia
Una fialetta di aroma d’arancia (opzionale, per chi vuole strafare. Io non l'ho messa perchè adoro il profumo del lievito e non mi va che venga coeprto troppo)
Vanillina
3 tuorli
3 uova. Estraete le sei uova dal frigo la mattina in modo che siano a temperatura ambiente quando le inserirete nell’impasto. Non scordatevelo: le uova fredde rovineranno tutto. Io ve l’ho detto.
250 g di burro a temperatura ambiente. Tiratelo fuori assieme alle uova.
160 g di zucchero semolato
Miele

 -glassatura
3 albumi
70 g di farina di mandorle
70 g di zucchero a velo vanigliato
50 g di mandorle non spellate
50 g di granella di zucchero

Preparazione:

Ore 14.30: radunate gli ingredienti. In una ciotola davvero molto capiente e che possegga il suo coperchio, preparate il lievitino così: intiepidite 50 ml di latte. Solo tiepido, se è caldo ammazza il lievito. Sciogliete nel latte tiepido la bustina di lievito. Pesate i 160 g di zucchero che useremo, tenetelo da parte e da questa quantità toglietene due cucchiaini per scioglierlo nel latte e lievito.
Unite 100 g di farina 00 e mescolate fino ad ottenere una palla soda. Lavoratela finchè non diventa liscia.



Coprite col coperchio e mettete a lievitare al sole per 30 minuti.



15.10: Unite gli altri 150 g di farina e il latte rimasto. Lavoratela finchè non diventa liscia.



Coprite col coperchio e mettete a lievitare al sole per 30 minuti.



15.50: Aggiungete 125 g di manitoba, 60 g di zucchero e 80 g di burro morbidissimo ma non liquido. Lavorate fino a rendere il tutto omogeneo, elastico e liscio.
Coprite col coperchio e mettete a lievitare al sole per 2 ore.


17.10: Unite gli ingredienti rimasti: 125 g di manitoba, 170 g di burro, un pizzico di sale, lo zucchero rimasto, una cucchiaiata di miele, la vanillina, la fialetta di aroma all’arancia, le uova intere, i tuorli, i canditi. Ogni volta che aggiungete un ingrediente, il precedente dovrà essere perfettamente amalgamato. Quest’operazione richiederà circa un quarto d’ora per essere eseguita a puntino. Ora l’impasto risulterà morbido, non più elastico come prima, non preoccupatevi, è giusto. Al massimo aiutatevi con un paio di cucchiaiate di farina 00.
Coprite col coperchio e mettete a lievitare al caldo per 6 ore. Finchè non tramonta il sole potete lasciare la ciotola sul balcone, poi avvolgetela in una coperta. Tre anno fa ho ceduto alla follia di tenere acceso il forno a 30° per tutta la durata della lievitazione. Non lo consiglio, la pasta si secca.

23.30: prima di andare a letto, lavorate l’impasto brevemente, in modo che perda parte della gonfiezza, e mettetelo nello stampo, livellando bene.



Ho tenuto lo stampo nel forno. Spento, ovviamente! Sistemate sotto lo stampo un foglio di carta forno perché durante la notte la crescita potrebbe far uscire dallo stampo un poco di pasta. Preparate anche la glassa, in modo da non doverlo fare domattina. Con una frusta amalgamate gli albumi, la farina di mandorle e lo zucchero a velo vanigliato.



A parte pesate anche le mandorle e la granella e conservatele al chiuso perché non prendano aria.

07.30: sveglia! Accendete il forno a 180° (se lo stampo era in forno toglietelo!). Ora l'impasto ha finito di lievitare.



Quando il forno è a temperatura sistemate la glassatura sull’impasto (se durante la notte è cresciuto tanto da debordare non preoccupatevi, riprendetelo e risistematelo nello stampo).



Non fate la copertura con la glassa troppo presto perché se no schiaccerà l’impasto o cadrà in giro. Per ultimo aggiungete le mandorle e la granella.



Infornate avendo cura di tenere un foglio di carta forno sotto lo stampo perché sicuramente qualcosa cadrà. Cuoce in trenta minuti. Dopo la cottura tenete chiuso il forno spento per 10 minuti. Quindi aprite lo sportello di pochi centimetri e lasciate intiepidire fino al momento della colazione.



I vostri familiari saranno svegliati dal dolce aroma della Colomba!

Tagliandola, la glassa risulta croccante, e l’impasto umido, soffice e poroso. La lunga lievitazione conferisce leggerezza e ariosità all’impasto.



Buon appetito

Francesca


Preparate anche voi l'albero di Pasqua con un ramo di nocciolo e decorazioni a piacere


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