venerdì 2 settembre 2011

La torta di rose


Oggi è il compleanno di Lara, una ragazza che viveva con me quando studiavo a Venezia. Oggi le ho fatto gli auguri e lei mi ha fatto scherzosamente notare che una torta non ci sarebbe stata male... bè, Lara, eccoti accontentata... se può bastarti una torta virtuale...



Erroneamente, si crede che la torta di rose sia lunga e complicata da realizzare, ma anni e anni di pratica, hanno fatto sì che potessi distillare alcuni consigli salva tempo ma che preservano la bontà e l'originalità della ricetta. La storia fa risalire le origini di questo magnifico dolce al Rinascimento mantovano, in occasione del matrimonio di Isabella D'Este con Francesco II Gonzaga.

La torta si presenta come un bouquet composto da diversi fiori formati da pasta lievitata arrotolata su se stessa. Ogni fiore ha una farcitura di burro, zucchero, marmellata d'albicocche e mandorle. Portare in tavola questo dolce ha due risvolti positivi: la torta è magnifica da guardare e ancora più buona quando la si assaggia. Inoltre è raccomandabile se avete intenzione di condividerla in un'occasione informale come un compleanno in ufficio o una riunione in cui siano presenti molti bambini poiché la torta si presta ad essere divisa senza grossi sbriciolamenti e quasi senza la necessità d'un coltello o di un piattino: la rosa si accomoda benissimo in un tovagliolo.



Ingredienti: 400 g di farina,

70 + 50 g di burro a temperatura ambiente,

70 + 100 g di zucchero,

una presa di sale fino,

un decilitro di latte,

una bustina di lievito di birra (potete usare anche quello fresco in cubetti, ma quello secco è più stabile e quindi meno soggetto ad alterazioni che ne modifichino l'efficacia),

3 uova intere rigorosamente a temperatura ambiente,

una bustina di mandorle a lamelle (la ricetta originale richiederebbe la farina di mandorle, ma le lamelle conferiscono il tocco croccante, perciò le raccomando),

un vasetto di eccellente marmellata di albicocche.



Preparazione: la ricetta originale prevede quattro lievitazioni, noi, invece, manterremo una lievitazione subito dopo l'impasto ed una con le rose già formate e sistemate nella teglia. Sono più che sufficienti e danno una resa ottimale, particolarmente, è ovvio, in estate perché il clima molto caldo favorisce la lievitazione. Se rifarete questa torta in inverno, fatela lievitare in forno a 50°.

In un mixer mescolate la farina, 70 g di burro, 70 g di zucchero, il sale, il latte, il lievito secco, 2 uova e il sale.



Lasciate lievitare al caldo per un'ora.

Stendete la pasta con un mattarello fino a formare un rettangolo di 70x50 cm circa.



Ora preparate un composto col burro e lo zucchero rimanenti, un uovo, il vasetto di marmellata e le mandorle a scaglie. Se la marmellata non è abbastanza arrendevole, trasferitela in un tegamino e scaldatela, ne guadagnerà in liquidità.



Spalmate delicatamente questo goloso composto sulla pasta.



 Tagliate il rettangolo in due in modo da averne due 70x25, quindi ricavatene striscioline larghe tre dita. Qualcuno suggerisce di ricavare prima le striscioline e poi spalmare la marmellata, ma ho verificato che quel procedimento implica un grosso, inutile insudiciamento, una perdita di preziosa marmellata ed una sua distribuzione meno omogenea.



Le rose sono volutamente piccole: il risultato sarà più grazioso e nessuno abbandonerà mai a metà -sacrilegio!-  una rosa troppo grossa.

Partendo dal centro, arrotolate le strisce verso l'esterno. Sistematele ora in una teglia foderata di carta forno facendo attenzione che i rotolini non siano troppo vicini perché la seconda lievitazione e la cottura le gonfieranno ulteriormente.



Lasciate lievitare mezz'ora.



 Infornate per 35' a 180° avendo cura di posizionare la teglia non a metà, ma nella parte inferiore del forno (non a contatto, comunque). Lasciate raffreddare e servite tiepido, magari a colazione o come gustosa, nutriente merenda.


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